Il Festival di Sanremo è sinonimo di musica, spettacolo e tradizione italiana. Ma oltre alle canzoni e agli artisti, un elemento fondamentale che contribuisce alla magia del Festival è l'illuminazione del palco del Teatro Ariston. Un viaggio attraverso le varie edizioni del Festival racconta non solo l'evoluzione tecnologica, ma anche la trasformazione di un evento televisivo in un'esperienza visiva mozzafiato.
Gli esordi: semplicità e funzionalità
Negli anni '50, durante le prime edizioni del Festival, l'illuminazione era essenziale e funzionale. Riflettori tradizionali e lampade incandescenti erano utilizzati per garantire una buona visibilità sia per il pubblico in sala che per le prime trasmissioni televisive in bianco e nero. Il design era minimale, concentrato più sulla funzionalità che sull'estetica, ma già si intuiva il potenziale scenografico della luce.
Anni '70 e '80: sperimentazione e neon
Con l'avvento della televisione a colori, l'illuminazione del palco dell'Ariston ha iniziato a evolversi verso un approccio più creativo. Negli anni '70, si è assistito all'introduzione di luci colorate e fari motorizzati, che hanno permesso ai lighting designer di creare atmosfere più dinamiche.
Negli anni '80, il palco è stato arricchito con luci al neon e stroboscopiche, seguendo lo stile retro-futuristico tipico dell'epoca. Ad esempio, nel 1985, lo scenografo Luigi Dell’Aglio progettò un reticolato di luci blu al neon che incorniciava la storica scalinata del teatro, evocando scenari distopici simili a quelli del film "Blade Runner".
Anni '90: neoclassicismo e spettacolarità
Con l'inizio degli anni '90, il Festival ha abbracciato uno stile più sontuoso, con scenografie ispirate al neoclassicismo e all'Art Déco. Trompe-l’œil, statue e fontane erano elementi ricorrenti, accompagnati da una palette cromatica candida e luci tradizionali che richiamavano l'estetica dei varietà televisivi e dei casinò di Las Vegas.
Nello stesso periodo, l'introduzione di fari a scarica e proiettori ad alta potenza ha permesso di creare effetti luminosi sempre più complessi, rendendo il palco dell'Ariston uno spazio dinamico e spettacolare.
Fine anni '90 e 2000: la rivoluzione LED
Alla fine degli anni '90, il palco del Festival ha iniziato a incarnare un'estetica futuristica, richiamando l'immagine di un'astronave tecnologica. L'adozione di ledwall e tonalità luminose predominanti di blu ha segnato un passo decisivo verso una nuova era scenografica. Nel 2006, lo scenografo Dante Ferretti ha reinterpretato lo spazio con uno stile ispirato al cinema di Fellini, arricchendolo con una maestosa statua del leone, simbolo iconico della città di Sanremo.
Il nuovo millennio ha visto la rivoluzione dei LED, una tecnologia che ha cambiato radicalmente il modo di concepire l'illuminazione. I LED, con la loro versatilità cromatica, efficienza energetica e lunga durata, hanno permesso di realizzare giochi di luce innovativi e spettacolari. Schermi LED e superfici luminose integrate nel design del palco sono diventati elementi centrali delle scenografie.
Dal 2015 al presente: innovazione e sostenibilità
Nel 2015, lo scenografo Riccardo Bocchini ha descritto il palco come "un immenso fiore simbolico, una campanula tecnologica, con una scala invisibile". A destra e sinistra della scena sono state disposte due strutture metalliche a maglie rettangolari, utili per posizionare proiettori motorizzati. I perimetri delle strutture sono rivestiti da Dynamic LED ‘flex’, perfettamente adattati all’andamento curvilineo della scenografia. Il disegno delle luci, curato da Mario Captano, e la regia televisiva di Maurizio Pagnussat hanno giocato un ruolo fondamentale nel trasformare questa visione in un’esperienza visiva unica.
Nel 2018, il Teatro Ariston ha subito un significativo rinnovamento con l'adozione di sistemi di illuminazione completamente a LED. Questo intervento ha permesso di tingere la sala di una vasta gamma di colori, migliorando l'esperienza visiva sia per il pubblico in sala che per gli spettatori a casa.
Nel 2021, l’illuminazione ha raggiunto nuovi livelli con l’introduzione delle teste mobili SGM BeaSt, capaci di effetti sorprendenti e mai visti prima in Italia. Grazie all’assenza di pubblico, la scenografia ha potuto essere valorizzata al massimo, richiamando un’estetica futuristica simile a uno “stargate”. La perfetta sinergia tra il lavoro degli scenografi Chiara e Gaetano Castelli e quello del direttore della fotografia Mario Captano, anche detto il “mago delle luci”, ha dato vita a un palco straordinario.
Nel 2024, il palco dell'Ariston ha raggiunto un nuovo apice tecnologico con l'installazione di oltre 7 km di strip LED e più di 600.000 pixel, creando effetti di luce senza precedenti. Inoltre, l'artista Marco Lodola ha contribuito a rivoluzionare la facciata esterna del teatro con le sue opere luminose.
Il futuro dell'illuminazione all'Ariston
Guardando al 2025, il Festival promette nuove sorprese con il ritorno di Riccardo Bocchini alla scenografia. Si prevede l’utilizzo di luci laser e sistemi intelligenti basati sull’AI per adattare le atmosfere luminose in tempo reale, elevando ulteriormente l’esperienza visiva per il pubblico.
La realizzazione di un palco come quello dell’Ariston richiede la collaborazione di molte figure: registi, scenografi, lighting designer e tecnici del video mapping lavorano in sintonia per ottenere un risultato perfetto. L’armonia tra queste competenze è il segreto per trasformare ogni edizione in un evento memorabile.
L'evoluzione dell'illuminazione del palco dell'Ariston è una storia di creatività, innovazione e spettacolo. L'evoluzione dell'illuminazione del palco dell'Ariston è una storia di creatività, innovazione e spettacolo. Luci, musica e riprese televisive si intrecciano per creare uno spettacolo mozzafiato. La luce, con i suoi effetti scenici sorprendenti, diventa parte costitutiva dello spettacolo, dialogando con la musica per esaltare ogni momento del Festival.